Viaggio AUTENTICO ed ECONOMICO?
È possibile coniugare questi due concetti? Sì, ma anche no. [DO n.14/2025]
Lo dico sempre: non smetterò MAI di ringraziare la mia community, sia per il supporto reale che permette a me di dedicare così tante ore al progetto ViaggioVero - e di riflesso a Destinazione Ovunque - sia perché la maggior parte degli spunti su nuovi contenuti arrivano proprio dalla community stessa.
Qualche giorno fa, durante uno dei 3 appuntamenti settimanali in diretta sul canale Youtube (ViaggioVero Live Show), è arrivata una domanda che inseriva nella stessa frase 2 termini/concetti che sono difficili da mettere insieme.
I due concetti erano: Esperienze autentiche e Viaggio economico
Non sono impossibili, ma lo sono per come vengono intesi dalla maggior parte di chi viaggia.
So che mi leggono nomadi digitali, viaggiatori seriali e a lungo termine e sono già lì tutti pronti a rispondere piccati, ma abbi pazienza e ti spiegherò bene cosa intendo 😄
Prima però lasciami salutare i nuovi iscritti, che continuano ad arrivare e mi rendono fiero di questa pubblicazione/progetto!
Grazie a TUTTI! 🤩 Siete tantissimi e abbiamo superato i 5.270 iscritti! ♥️
Se sei nuovo/a non ti preoccupare, leggi le righe qui sotto così ci conosciamo meglio 😊
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Sono Cristiano e questa è Destinazione Ovunque, pubblicazione che fa parte del mondo ViaggioVero.
IMPORTANTE: Per me sarà sempre un piacere scrivere queste righe, se per te lo è leggerle allora, per ringraziarmi, puoi inoltrarla a qualche amico, amica, famigliare, amante 😂 e fargliela scoprire.
Vivere esperienze autentiche ed economiche?

Si può fare, ok? Così calmo le anime più “calde” e già con le dita brucianti 😊
Prima di tutto… cosa si intende per “Esperienze autentiche”? Cerchiamo una definizione:
Attività o incontri che permettono al viaggiatore di entrare in contatto reale con la cultura locale, le persone del posto, i modi di vivere e pensare. Non sono necessariamente “turistiche”, ma anche esperienze che vivono i locali.
Non ho paura nel dire anche un’altra cosa (pensiero personale of course!): “Per la maggior parte di chi viaggia NON è possibile.”
Perché non si vuole fare, non si accetta.
Il problema destinazione
Prendi le mete più richieste:
Se mi chiedi un’esperienza autentica in Thailandia, ma poi desideri Phuket…
Se vai a Bali per la sua unicità e cultura e alloggi/frequenti Canggu…
Se parti per goderti la vera Barcellona e non ti sposti dal Barri Gòtic e dalla Barceloneta…
Continuo? Semplicemente facciamo delle scelte che ci allontanano dall’autenticità.
Ci sono poi destinazioni in cui l’economicità va di pari passo con il flusso turistico, e se ne esci e vuoi l’esperienza autentica, si passa al lusso dell’esclusività.
Esempi? Tante destinazioni africane, il Kenya, la Tanzania. I safari.
Attività che nella maggior parte dei casi non sono organizzabili da soli e che quindi sono economiche se ti aggreghi al flusso. Se vuoi qualcosa di autentico - per quello che possano esserlo queste attività - diventa tutto su misura e dedicato.
Per tantissimi luoghi nel mondo - anche amati dalle folle - si potrebbe unire i 2 concetti, ma anche in questo caso, un bella fetta di viaggiatori vuole l’esperienza vista in tv, su Instagram / TikTok, non quelle vissute da chi viaggia lentamente, come i nomadi digitali o simili.
Il problema della super organizzazione o toccata e fuga
Lo so, divento pesante perché lo ripeto spesso, ma il concetto di viaggio super organizzato cozza con quello di “esperienza autentica”.
Lo vedo accompagnando viaggi che sono sempre troppo organizzati. Al minuto, per non perdere nulla.
E non siamo io o l’agenzia a volerli così cadenzati, sono proprio i viaggiatori che vogliono questa estrema organizzazione. La richiedono o non prenotano.
Solo in qualche occasione siamo riusciti a lasciare spazi, che poi sono stati riempiti da esperienze autentiche, magari chiedendo a qualcuno del posto. E quelle poche occasioni sono poi diventate i momenti che le persone mi ricordano sempre 😊
È la cultura del voglio vedere tutto quello che ho visto in rete o in tv.
C’è poi la toccata e fuga, in cui non ci si ferma un secondo. Ora, qualche travel blogger figli* dei contenuti brevi, ha lanciato la moda dei viaggi in giornata. (non si è inventat* nulla, ma se diventa virale sembra tutto nuovo)
Ad esempio prendi un volo e vai a Berlino in giornata, corri da una parte all’altra e la sera rientri.
Il viaggio che diventa CARTOLINA. Reel/Short. E poi scrolliamo verso la nuova esperienza.
Non voglio uscire dal seminato, questi viaggi sono economici, soprattutto se stai attento alle date dei voli e utilizzi funzioni meravigliose come “ovunque” di Skyscanner.
Ah… sono anche l’antitesi dell’esperienza autentica e del sostenibile (quest’ultimo è un altro argomento delicato)
***
Conclusione: la risposta è sì, è possibile farlo, ma con discernimento.
Sarebbe assolutamente possibile combinare esperienze autentiche e viaggio economico, a patto che il viaggiatore:
Sia disposto ad adattarsi e spesso a uscire dalla zona di comfort.
Sappia riconoscere l’autenticità vera da quella costruita.
Preferisca la qualità relazionale e culturale all’opulenza materiale.
Eviti viaggi “cartolina” o stile “pallina da ping pong”.
Ci tengo a dire che non sono qui a criticare, se si è coscienti di come si sta viaggiando, benissimo!
L’importante è capire che nella maggior parte delle occasioni, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. (erano anni che volevo utilizzare questo proverbio 😂)
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Un’altra pioggia di LINK
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Della Notriphobia ne avevamo parlato qui in Destinazione Ovunque. Ora anche Ok, Salute e Benessere tratta il tema.
Quest’anno Cammini Aperti sarà il 10 e 11 maggio.
Tromso e dintorni. Non solo aurora boreale, ma tanto altro.
Della “Skillcation” avevamo bisogno? Mi azzardo a dire… NO.
Ri-sfruttato a Venezia domenica scorsa. Radical Storage è il sito che preferisco per cercare luoghi in cui lasciare i miei bagagli.
Una fotografia piuttosto dettagliata del turismo “senior”.
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Cristiano
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Effettivamente come dici tu per un viaggio autentico ed economico ci vuole tempo. All'inizio viaggiavo anche io per le classiche due settimane, poi ho capito che con più tempo puoi crearti una routine e interagire con i local e conoscere luoghi e modi di fare che non avresti mai scoperto con il mordi e fuggi. E due settimane in viaggio non sono nemmeno poche, ma comunque non sono sufficienti. Inoltre se hai tempo, puoi permetterti di sbagliare o metterci due giorni a raggiungere un luogo. All'inizio era un concetto strano anche per me, scappavo in qualche senso dalla routine e per quello avevo cominciato a viaggiare a lungo termine e poi la cosa più efficace e anche bella era cercare di crearmi una routine anche in Messico, o in Perù o a Buenos Aires.
Buongiorno Cristiano,
ho viaggiato per lavoro ed ho provato l'ebrezza del "ping pong" che ti porta a svegliarti di soprassalto la notte e non riuscire a capire dove sei; al ritorno, subito presente in azienda e col terrore di addormentarsi durante il viaggio in autostrada da pendolare.
Ora faccio la turista: si, turista perché vado a vedere le cose che tutti vedono in quel luogo, cioè cose definite turistiche. Poi passo a quelle meno conosciute, camminando a zonzo per le vie, infilandomi nei mercati e mangiando nei ristorantini locali, così c'è sempre occasione di avere relazioni con la gente del posto (mi studio sempre un po' di lingua locale e poi ci sono i gesti con le conseguenti risate). Salire su un bus a caso o rimanere sulla metro fino a fine corsa e andare a vedere dove mi ha portata è un 'esperienza sempre interessante. Mi definisco turista perché agli occhi dei locali tale sono. Qui mi danno della viaggiatrice perché preparo tutto io...tutto, grazie a Cristiano che mi ha fatto risparmiare comprando le prossime due polizze (Bucarest a Maggio e Cina a Dicembre). Un esempio: a Pechino ci sto una settimana (la vuoi vedere un pochino?), poi solo un paio di tappe per la seconda settimana. Vedo meno, vedo meglio, occhiali permettendo🤣